20 gennaio 2012

A te che riempivi le nostre vite..

Quasi diciasette anni fa, nel giugno del 1995, durante la festa del paese, il santo patrono passò per il quartiere... e via con botti a non finire. Forse una mamma gatta per la paura lasciò cadere il suo cucciolo. Anzi, la sua cucciola. Un pastore tedesco, un gigante buono, la scovò e la porto nella nostra casa. E qui è stata allattata, svezzata, educata, cresciuta. E' diventata mamma, e poi nonna. E' diventata viziata e coccolata, ha preso le sue manie, come mangiare con le zampe come uno scoiattolo. Ha dormito per casa in 5 posti diversi, seguendo il giro che faceva il sole, come uno di quei fiori grandi che piacciono tanto a mia madre. Ha imparato a nascondersi per non farsi "giocare", ha imparato a capire quando avevamo bisogno di un po' delle sue fusa, ha dormito accanto a me quando qualcosa mi teneva sveglia, a stringerti più vicino quando mi sentivi piangere. Ha camminato sulle tavole della mia tesi, ha morsicato le mie matite, rotto le mie lenzuola. Qui, in questa casa, è diventata un'anziana, con gli occhi velati e il passo debole, con nuovi mille capricci.. la sveglia di notte per prenderti in braccio, la carne cruda una volta, cotta quell'altra.. ma sempre imboccata. Gli occhioni verdi, la testolina nera.. silenziosa, ti sei fatta amare senza smancerie. Sono cresciuta con te, e ho finito per assomigliarti. Almeno spero. Ciao piccola Tony, ciao amica mia.